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I prezzi sono l’unico linguaggio che tutti comprendono

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I mercati aperti e competitivi hanno la capacità di coordinare le azioni di miliardi di persone in tutto il mondo. Con un’incredibile adattabilità alle mutevoli circostanze, le azioni e le reazioni dei fornitori e dei consumatori sono messe in equilibrio le une con le altre. Tuttavia, nulla di tutto ciò richiede una pianificazione o un controllo da parte del governo. Come è possibile tutto questo?

La chiave di questo processo di coordinamento consiste nel meccanismo di determinazione dei prezzi nell’economia di mercato. Tutte le informazioni minime di cui ciascuno ha bisogno per portare a termine le proprie azioni come fornitore o acquirente in equilibrio con una moltitudine di altri soggetti sono fornite dal cambiamento del modello dei prezzi relativi dei beni di consumo finiti e dei quattro fattori di produzione.

Tipi ed usi della conoscenza nella società

Il medico conosce molte cose che l’avvocato penalista non sa.

L’economista austriaco Friedrich A. Hayek ha spiegato come questo accade circa 75 anni fa nel suo famoso articolo “L’uso della conoscenza nella società”, pubblicato per la prima volta sull’American Review nel settembre del 1945. Egli sottolinea come la divisione del lavoro sia una divisione ineludibile della conoscenza. La specializzazione significa necessariamente che ognuno di noi conosce cose che altri non conoscono.

Ognuno di noi possiede diversi tipi di conoscenza in diverse combinazioni complementari.

Per esempio, tutti noi, in un modo o nell’altro, abbiamo acquisito quella che Hayek definiva conoscenza scientifica o “da libro di testo”. Questo è il tipo di conoscenza che abbiamo appreso a scuola. Tutti abbiamo imparato molte cose in comune nelle nostre esperienze scolastiche, ci siamo poi focalizzati su diverse discipline ed abbiamo acquisito conoscenze più approfondite su alcuni argomenti specifici.

Gli individui selezionano discipline diverse presso le stesse o diverse istituzioni di apprendimento superiore. Il medico conosce molte cose che l’avvocato penalista non sa, proprio come l’avvocato ha una conoscenza dettagliata della legge che il biologo o l’architetto non possiedono in base all’istruzione ricevuta a scuola sui libri di testo.

Conoscenza localizzata e conoscenza inarticolata.

Ma Hayek ha sottolineato che esiste anche un altro tipo di conoscenza che ognuno di noi possiede in modi diversi, quella che lui ha definito “la conoscenza localizzata del tempo e del luogo”. Questa particolare conoscenza è solo acquisita, apprezzata ed utilizzabile in base al modo in cui un individuo lavora ed interagisce con gli altri in un angolo specifico della società e del mercato.

Ben poco di questo conoscenza potrebbe essere appreso a scuola.

Il giovane impiegato neo laureato si presenta il suo primo giorno di lavoro nell’impresa che lo ha assunto. Segue un periodo di orientamento: incontra gli altri dipendenti per scoprire cosa esattamente fanno; egli deve conoscere il modo in cui “le cose vengono fatte” in azienda in termini di regole e procedure; deve imparare chi sono i clienti ed i fornitori, inoltre i processi produttivi o le attività di servizio possono essere eseguiti in modo nettamente diverso da come le stesse attività vengono svolte in imprese concorrenti nello stesso settore o da quelle in altri mercati.

Poche o nessuna di queste competenze possono essere apprese in classe o studiate sui testi che bisogna studiare per superare un corso. Tuttavia, la conoscenza “intima” di tutte queste questioni “banali” è fondamentale per far sì che tutto funzioni in modo fluido ed efficace in ogni angolo del sistema di mercato.

L’imprenditore, in particolare, ha bisogno di conoscere tutti questi e molti altri dettagli sul settore di mercato in cui opera se vuole guadagnare ed evitare le perdite. Inoltre, tutte queste circostanze e situazioni particolari sono soggette a cambiamenti continui in un contesto di mercato dinamico in cui le cose oggi potrebbero essere diverse da ieri, proprio come il domani potrebbe essere diverso rispetto alla situazione attuale.

Si pensi al meccanico che non può “solo dire” cosa c’è che non va in un motore.

Hayek in seguito mise in evidenza un terzo tipo di conoscenza, quella che il chimico Michael Polanyi (1886-1964) chiamava conoscenza “tacita” o “inarticolata”. Questa è la conoscenza che ognuno di noi possiede in varie forme che riguardano il modo fare qualcosa, ma che spesso troviamo difficile o impossibile comunicare agli altri con le parole.

Si pensi al meccanico che solo ascoltando e guardando un motore comprende cosa non funziona correttamente e cosa c’è di sbagliato in esso, ma che non riesce a spiegarlo a parole al proprietario dell’auto. Oppure al maestro scultore che conosce la giusta quantità di pressione della mano da appoggiare sul pezzo d’argilla bagnato sulla ruota di cui controlla la velocità con un pedale, ma non riuscirà mai a descriverlo sulla carta in modo che altri possano facilmente copiare la tecnica che lui usa per produrre un’opera d’arte piacevole.

Usando la conoscenza che nessun pianificatore potrebbe padroneggiare.

Hayek sosteneva che questi diversi tipi di conoscenza, presenti in diverse combinazioni nelle menti di tutti gli individui interconnessi e interdipendenti in un moderno sistema di mercato complesso e nell’ordine sociale, non possono mai essere conosciute, da nessuna mente o gruppo di menti, non importa quanto sagge e determinate possano sembrare o provare ad essere.

Per Hayek visto che tutti beneficiamo di quello che altri sanno e noi no, e che quando tale conoscenza viene utilizzata può migliorare la nostra situazione in modi che non possiamo immaginare completamente prima del tempo, allora gli individui che possiedono questa conoscenza diffusa devono essere liberi di agire nel mercato per utilizzarla nei modi che solo loro comprendono pienamente.

In caso contrario, gran parte di ciò che è conosciuto e potenzialmente usato da molti che potrebbero migliorare la nostra vita non sarà mai sfruttato o scoperto.

Senza le istruzioni di un pianificatore centrale o di un ente governativo, come possono le persone sapere come, quando ed a cosa applicare le loro conoscenze uniche, che sommano cumulativamente tutte le “conoscenze del mondo”, ma che non si trovano in nessuna mente o gruppo di menti?

 

Conoscenza mondiale e sistema dei prezzi

La risposta di Hayek a questa domanda è: il sistema di prezzi competitivi in un mercato libero.

Non è necessario che tutti sappiano ciò che tutti gli altri nella società possiedono come conoscenza unica. È sufficiente che esista un meccanismo istituzionale attraverso il quale le persone possono trasmettere agli altri una quantità minima di informazioni, in modo che produttori e fornitori possano sapere quali prodotti i consumatori desiderano e quanto intensamente li desiderano.

Consumatori e produttori “parlano” l’un l’altro attraverso i prezzi.

Allo stesso modo, non è necessario che ogni investitore privato conosca tutti gli altri uomini d’affari che fanno un uso concorrente dei diversi tipi di mezzi di produzione per prendere una decisione sul modo migliore per fabbricare un prodotto che riduca al minimo i costi e permetta di massimizzare i profitti.

Consumatori e produttori “parlano” l’un l’altro attraverso i prezzi offerti sul mercato. I prezzi dicono a moltitudini di fornitori quali prodotti sono richiesti dai consumatori ed a quale prezzo potrebbero essere venduti. I prezzi offerti dagli imprenditori concorrenti ed accettati dai lavoratori e dalle risorse in cerca di occupazione indicano a ciascun imprenditore i relativi costi da pagare per assumere personale o per acquistare varie combinazioni di fattori produttivi tenendo conto del prezzo di vendita previsto.

Pertanto, uomini d’affari, lavoratori e proprietari di risorse che vivono in diverse parti del mondo distanti migliaia di chilometri l’uno dall’altro possono prendere decisioni ragionevoli ed informate su come applicare le proprie forme specializzate di conoscenza in modi che permetteranno loro di migliorare la propria condizione nel contempo soddisfacendo i desideri di molti altri. Altri che non incontreranno mai o che conoscono personalmente e che potrebbero vivere lontano o dietro l’angolo.

 

Tipo di conoscenza necessario per dare forma alle aspettative.

I prezzi devono essere interpretati per dare forma efficacemente alle aspettative circa le azioni e reazioni degli altri.

Ma c’è un quarto tipo di conoscenza che è ugualmente essenziale per i partecipanti sociali e di mercato al fine di coordinare con successo tutto ciò che essi fanno e che è interdipendente con le azioni degli altri. Hayek ha acutamente spiegato il ruolo essenziali dei prezzi di mercato al fine di riunire le conoscenze disperse nel mondo e mettere in equilibrio tutto ciò che viene fatto da chi compra e vende nel sistema sociale di divisione del lavoro.

Ma quando i prezzi cambiano, o addirittura quando rimangono invariati, cosa stanno dicendo gli attori presenti sul mercato circa la situazione di domani?

I prezzi devono essere interpretati per formulare con successo aspettative circa le azioni e le reazioni dei soggetti presenti sul mercato al fine di decidere come utilizzare al meglio le proprie conoscenze specializzate in modo efficace per il raggiungimento dei propri fini.

La comprensione di come realmente le persone formino molte delle aspettative che le guidano e dirigono le loro interazioni con gli altri è stata sviluppata negli scritti del famoso sociologo tedesco Max Weber (1864-1920) nella sua monumentale opera, Economy and Society (1921), nelle opere del sociologo austriaco Alfred Schutz (1899-1959), specialmente in The Phenomenology of the Social World (1932) ed in un numerosi suoi saggi scritti negli anni ’50 ed infine nelle opere di Ludwig von Mises, in particolare in Human Action: A Treatise on Economics (1949, 3rd revised ed., 1966) ed in Theory and History (1957).

Max Weber su azione significativa e tipi ideali

Weber sosteneva che ciò che distingue “l’azione umana” consiste in una condotta cosciente a cui un individuo assegna un significato “soggettivo” (personale) e che il significato definisce quale tipo di azione l’individuo sta intraprendendo e con quale fine in mente. Ma nessun uomo è un’isola; egli interagisce e si associa con gli altri. Di conseguenza, per Weber, “l’azione sociale” è una condotta umana cosciente in cui gli individui “orientano” le loro azioni intenzionalmente l’uno verso l’altro.

Ciò che rende il trasferimento di oggetti tra individui un atto di “libero scambio” è il modo in cui i soggetti delle transazioni vedono le proprie intenzioni.

Ad esempio, Weber sosteneva che ciò che rende il trasferimento fisico di due oggetti tra due individui un atto di “libero scambio”, piuttosto che un trasferimento obbligato, è il modo in cui i soggetti vedono le proprie intenzioni e quelle dell’altro con cui interagiscono. L’obiettivo primario di Weber era lo sviluppo di vari strumenti interpretativi di analisi per lo studio della storia.

Quindi, egli sosteneva che uno strumento centrale per la comprensione della storia e della sociologia è il “tipo ideale”. Esso dovrebbe essere l’immagine composita di un “tipo” di persona o di un’attività storica. Così, si potrebbe costruire un’immagine, o “immagine mentale”, delle caratteristiche “tipiche” di un dittatore militare latinoamericano, o delle qualità e caratteristiche del “tipico” “signore feudale” medievale. O ancora si potrebbe riflettere sugli aspetti “tipici” e sulle forme di sviluppo della “tipica” città dell’Europa occidentale nell’era moderna.

 

Alfred Schutz ed il mondo dei significati intersoggettivi

Ma fu il sociologo austriaco Alfred Schutz, che aveva studiato all’Università di Vienna e che faceva parte della cerchia di studiosi attorno a Ludwig von Mises nella Vienna degli anni Venti e primi anni Trenta, che prese le idee di Weber e le combinò con aspetti dell’Economia Austriaca per sviluppare una teoria su come le aspettative sono formate ed utilizzate dagli attori umani nella società.

Mentre possiamo ragionevolmente parlare delle qualità generali rilevabili in ogni condotta umana – quello che Mises chiamava “prasseologia”, ossia la logica dell’azione umana – Schutz ha evidenziato che il riempimento del reale “contenuto” di quella logica generale di azione deriva dal contesto sociale in cui le persone sono nate ed all’interno del quale interagiscono con gli altri.

Indipendentemente dall’individuo che ricopre un dato ruolo nella società, possiamo prevedere che ciascuno agirà nei confronti degli altri in un modo generalmente stabilito.

Siamo nati in un mondo sociale preesistente ed impariamo lingua, costumi, tradizioni, regole di condotta, ecc., Crescendo in una famiglia, attorno ad amici, in una società di altri attori umani dai quali assorbiamo le strutture interpersonali di significato che definiscono e “oggettificano” il significato di azioni e oggetti.

Ad esempio, questo oggetto è un “libro” e quest’altro oggetto è una “maschera di Halloween”. Questo oggetto è un “coltello” per tagliare la carne, mentre quest’altro oggetto appuntito è un “bisturi” per eseguire una “operazione chirurgica”. L’uomo “inginocchiato” di fronte ad una donna le sta facendo una “proposta di matrimonio”, mentre un altro soggetto “inginocchiato” davanti ad una “regina viene “nominato cavaliere” per atti di “valore” o “eroismo”.

Secondo Schutz la divisione del lavoro comporta non solo ad una specializzazione dei compiti, ma anche forme particolari di condotta standardizzate per eseguirli in vari contesti sociali e di mercato.

Quindi, ci si aspetta che chiunque inteso come addetto a svolgere un determinato compito in un certo modo e, forse, vestito in modo specifico, sia un poliziotto o un vigile del fuoco, uno steward dell’aereo o un direttore di banca, oppure ancora un cameriere in un ristorante piuttosto che un postino intento al suo giro di consegne.

Indipendentemente da quale individuo sta “giocando questo ruolo” nella società, prevediamo che ciascuno agirà nei confronti degli altri con cui interagisce in un modo generalmente prescritto. Allo stesso modo, quella persona si aspetterà che chiunque interagisca con lei lo faccia nei modi previsti.

Il postino non si aspetta che qualcuno gli domandi qual è e la causa della palpitazione cardiaca. Né il vigile del fuoco si aspetterà che una persona la cui casa è in fiamme gli chieda che cosa c’è nel menù per il pranzo in business class su un volo prenotato per il fine settimana. Queste “tipizzazioni ideali” di compiti e condotta routinizzata in vari ruoli specializzati nella divisione del lavoro forniscono punti quotidiani di orientamento interpersonale essenziali ed aspettative per pianificare le proprie azioni.

Quindi, se vado in banca, so che se mi siedo di fronte al direttore egli sarà in grado (me lo aspetto) di offrirmi informazioni per richiedere un prestito per acquistare una casa o un’auto oppure per aprire un nuovo conto corrente. Se ho un appuntamento con un dermatologo, so che sarà in grado (me lo aspetto) di fare un esame e di darmi una diagnosi circa un problema della pelle.

I nostri “Tipi ideali” di ciascuno

Alfred Schutz ha anche sottolineato che questi “tipi ideali” di persone si allineano su uno spettro. Ad un estremo ci sono le caratteristiche più generali di tutta l’azione umana, che è la base usata da Ludwig von Mises per formulare la logica generale di scelta ed azione,ossia la “prasseologia”. Nel mezzo di questo spettro ci sono i tipi ideali ossia quelli appena illustrati come “tipici” cioè ruoli ed attività specializzate spesso di routine nella divisione del lavoro.

Mentre siedono in classe e interagiscono con me formulano un’immagine, un “tipo ideale”, non di tutti gli uomini, ma di me stesso.

All’altra estremità di questo spettro vi è ciò che Schutz chiamava il “tipo ideale personale”. Non si tratta delle caratteristiche generali che si possono scoprire in qualsiasi azione umana o i “tipi” specializzati di azioni attesi da un qualsiasi individuo che ricopre un particolare ruolo. Queste sono invece le qualità o caratteristiche che “caratterizzano” un individuo particolare e distinto. Questa è la nostra “immagine mentale” non di tutti gli uomini, o di alcuni uomini che svolgono compiti specializzati, ma di uno specifico essere umano.

Cosa potevano aspettarsi da me i miei studenti quando sono entrati in una delle mie aule per la prima volta? Certamente, che io sono un essere umano e possiedo quelle qualità che sono vere per qualsiasi altra persona. Ma gli studenti avevano ovviamente anche un’altra immagine nella loro mente, un “tipo ideale”di “professore universitario” e un professore universitario che (si spera!) sa di cosa sta parlando in una lezione introduttiva di economia.

Così mentre siedono in classe e interagiscono con me, formulano nelle loro menti un’immagine, un “tipo ideale”, non di tutti gli uomini, o alcuni uomini nella divisione del lavoro, ma di me.

Tutti sviluppiamo e usiamo questi “tipi ideali personali” degli altri, e sulla base di essi formiamo delle aspettative quando interagiamo con questi individui specifici. Se ridi delle battute di Joe, è probabile che ti offrirà da bere. Se parli di sesso con Bob, di solito reagisce con imbarazzo e diventa tranquillo. Se accenni a Sally che “il posto di una donna è in cucina”, avrai una “lezione” sul ruolo delle donne nella società moderna. Se critichi la medicina socializzata in Europa, è probabile che George si lasci sfuggire un commento su i “mali” causati dalla logica del profitto.

Dovrebbe essere evidente che molti, se non la maggior parte, dei tipi ideali discussi da Alfred Schutz si sovrappongono a quella categoria di conoscenza tacita o inarticolata. Nelle nostre interazioni con gli altri, tutti noi formiamo questi tipi di immagini mentali di coloro con cui ci associamo in varie circostanze. Ma è qualcosa che facciamo “tacitamente”, cioè senza pensarci coscientemente molto, se non del tutto.

E mentre spesso sappiamo “come interagire” con qualcuno basato sul nostro “tipo ideale” che abbiamo nella mente, non è sempre facile esprimere con le parole a qualcuno come e perché vediamo certe caratteristiche in quell’altra persona, oppure come e perché il più delle volte “sappiamo solamente” che se facciamo o diciamo “X” siamo abbastanza fiduciosi che la sua risposta sarà “Y.”

Ludwig von Mises e la “Timologia” delle aspettative del mercato

Ludwig von Mises ha denominato “timologia” questo metodo di comprensione ed interpretazione degli altri attraverso tipi ideali, ossia lo studio di come gli individui formano le immagini degli altri nella loro mente per generare aspettative ai fini della comprensione interpersonale, della pianificazione e del coordinamento le proprie azioni con quelle degli altri.

Nella teoria del processo di mercato di Mises, l’attore centrale è un imprenditore. L’imprenditore deve dare giudizi informati e, così facendo, secondo Mises, deve formare aspettative circa gli individui ed i gruppi che stanno sia sul lato della domanda che sul lato dell’offerta del mercato. La conoscenza in base alla quale lo fa è costruita dalle esperienze che ha avuto personalmente, o sentito o imparato dagli altri circa le azioni e reazioni probabili di coloro con cui interagisce nel mercato, e le cui azioni future deve anticipare nel miglior modo possibile.

Mises sottolinea che molti potrebbero considerare questo metodo piuttosto insoddisfacente per anticipare possibili azioni sociali.

I tipi ideali, sosteneva Mises, consentono all’uomo che agisce di essere quello che lui chiamava “lo storico del futuro”. Formando immagini composite di individui in base alle loro azioni passate in termini di caratteristiche, qualità, motivazioni e significati. I “tipi ideali” consentono al decisore individuale di proiettarsi nel futuro, immaginando che un altro individuo o gruppo si trovino di fronte ad un particolare evento o cambiamento nella loro situazione, e di porsi la domanda: “Quali risposte queste persone manifesterebbero in questa situazione?” Ciò comporta la formazione di aspettative riguardo a modelli o “tipi” di risposta per la previsione di un’ampia varietà di circostanze. Non importa quanto questo approccio sia imperfetto, esso introduce un’ulteriore fonte di conoscenza per il coordinamento dei piani nel complesso contesto sociale del mercato.

In effetti, sono i “tipi ideali” di queste varie forme all’interno della più ampia struttura sociale dei significati intersoggettivi, che consentono agli imprenditori ed agli altri soggetti nel mercato di valutare il significato che sta dietro ai prezzi di mercato ed ai loro cambiamenti in modo da formare aspettative su ciò che quei prezzi stanno “dicendo.”

Mises ha sottolineato che molti potrebbero considerare questo un metodo piuttosto insoddisfacente per anticipare possibili azioni sociali rispetto alle affermazioni di un potere predittivo più dettagliato e determinato come si usa nelle scienze naturali. Ma sosteneva che, date le qualità uniche dell’azione umana nel mondo sociale, questo metodo è in effetti il migliore su cui si possa contare, data la realtà intenzionale e basata sulla scelta della condotta umana.

Tipi ideali, aspettative e società libera

Un altro aspetto di questa istituzione sociale di “tipi ideali” per il piano interpersonale di coordinamento è che essa fa parte del più ampio “ordine spontaneo” del sistema sociale.

Ossia, le strutture sociali di significato intersoggettivo, i “tipi ideali” di attori ed azioni in vari compiti faccia a faccia e “giochi di ruolo” nella divisione del lavoro e la formazione di aspettative da parte delle persone nelle rispettive località all’interno dell’ordine del mercato emergono dalle azioni e dalle interazioni di moltitudini di persone in vari contesti sociali in un momento e nel tempo.

Fanno parte del “collante” sociale per coerenza, cooperazione e coordinamento, con gradi di complessità ed adattabilità che sfidano la nozione stessa di pianificazione intenzionale da parte di attori politici che affermano la necessità e la loro capacità di imporre “ordine” alle comunità di esseri umani.

L’apprezzamento per la natura, il funzionamento e l’importanza della formazione delle aspettative nel mercato della società libera dimostra ancora una volta la superiorità del sistema liberale classico della libertà individuale, dei liberi mercati e del governo limitato, e l’assurdità della pretesa di conoscenza rivendicata da paternalisti politici ed ingegneri sociali.

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